Rizzi Enrico, un diciannovenne a Genova nel 1892

04 agosto 2004

di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - 3 marzo 2002 - anno 5 - numero 09

Quest’anno il socialismo italiano compie centodieci anni. È questa una occasione per proporre ai nostri lettori, la testimonianza che in occasione del sessantesimo anniversario del Psi (1952), tre superstiti del congresso che sancì la costituzione del partito socialista in Italia, all’epoca viventi, esposero in un libretto ormai molto raro. I tre anziani compagni, furono: il milanese Felice Anzi (i cui ricordi abbiamo pubblicato nel nostro settimanale n. 32 del settembre 2001); l’umbro Enrico Rizzi e il ligure Carlo Gabos. Oggi, esporremo i ricordi di Enrico Rizzi.
Prima del 1891 a Terni le forze politicamente progressive erano composte da un ragguardevole numero di repubblicani mazziniani e da un piccolo gruppo di rivoluzionari anarchici. Nell’ottobre 1891, sei studenti licenziati dall’Istituto Tecnico di Terni, fra i quali Enrico Rizzi, che seguivano con simpatia l’azione di Andrea Costa, si riunirono con lo scopo di promuovere una sezione ternana socialista, così come Andrea Costa aveva fatto in Romagna. In breve tempo i sei giovani raccolsero adesioni da parecchi repubblicani e di qualche anarchico. In una riunione tenuta presso il grottino di via Petroni, i partecipanti deliberarono di aderire alla seconda Internazionale e venne eletto un comitato Esecutivo della Sezione del quale il nostro giovane Rizzi fece parte. L’azione di propaganda si svolse subito intensa e nel luglio 1892 la sezione poteva contare una novantina di iscritti. Sempre al corrente degli sviluppi del movimento socialista in Italia, si venne a conoscenza che era in preparazione un Congresso per la unificazione delle forze operaie in un solo partito. Così alla fine del luglio 1892 si tenne un’assemblea per discutere la partecipazione della Sezione al congresso che si doveva tenere a Genova alla metà di agosto, si decise di partecipare almeno con un delegato e di trovare i mezzi per sostenere le spese per questo delegato. Enrico Rizzi, a quell’epoca diciannovenne, era libero da impegni professionali e in discrete condizioni economiche.
Egli doveva infatti recarsi a Savona a far visita ad un congiunto infermo, impiegato presso una industria siderurgica del posto. Pertanto il giovane Rizzi propose di far coincidere la data del viaggio a Savona con quella del congresso e potersi fermare a Genova e prendere parte al congresso in rappresentanza della sezione di Terni. Rizzi di ritorno da Savona fu a Genova il 14 agosto 1892. Arrivò alla Sala Sivori verso le 11.00, dove, esibendo la lettera di presentazione della sezione di Terni, venne immediatamente ammesso a partecipare al congresso. La sala era affollatissima e si stava discutendo animatamente. Il giovane Rizzi era naturalmente emozionato di vedere, a pochi metri di distanza: Costantino Lazzari, Andrea Costa, Anna Kuliscioff, Filippo Turati, Pietro Gori e altri, che conosceva solo di fama come valorosi combattenti della causa operaia. Di quella seduta, Enrico Rizzi scrisse: "…si discuteva la formazione di un partito che raccogliesse nelle proprie fila tutte le forze ancora divise del proletariato italiano tanto operaio che intellettuale. Per accese divergenze d’idee su questo problema, nacque un violento tafferuglio verbale per opera soprattutto degli anarchici, che sistematicamente interrompevano gli oratori, sedato a stento da Pietro Gori che di essi era il più autorevole rappresentante. La maggioranza dei convenuti decise di farla finita con gli anarchici e il giorno seguente si riunì nella Sala della società dei Carabinieri, ove, dopo un sereno ed ampio dibattito vennero approvati il programma ed il conseguente statuto del nuovo partito". Tornato a Terni, Rizzi riunì il Comitato Esecutivo della sezione, al quale presentò una dettagliata relazione su congresso. Venne subito indetta una assemblea generale per mettere al corrente tutti gli iscritti. Infatti l’assemblea si tenne alla fine d’agosto e a presiederla fu chiamato Agostino Pallotta che lesse la relazione di Rizzi sul congresso di Genova. Il Rizzi stesso intervenne illustrando dettagliatamente le varie fasi congressuali ed espresse la convinzione che il partito sorto nella sala dei Carabinieri genovesi, avrebbe ben giovato alla causa del socialismo. Si sviluppò una animata discussione fomentata da cinque anarchici presenti, i quali, ad un certo punto, credettero opportuno allontanarsi. Infine venne decisa l’adesione al nuovo partito socialista. Fu anche nominato un comitato di propaganda composto da cinque membri: Valentino Battistoni, impiegato presso la fabbrica d’armi; Agostino Pallotta, commerciante; Tullio Mariani, tornitore agli Alti forni; Dario Battistoni, falegname ed Enrico Rizzi. Tale Comitato ebbe l’incarico di operare la diffusione, fra gli operai, degli ideali del socialismo, allo scopo di portare nuove forze alla sezione. Infine, l’opera di propaganda dette buoni risultati. La notizia del congresso di Genova era sulla bocca di tutti a Terni. Il seme della nuova idea si diffuse, soprattutto fra gli operai provenienti da diverse parti d’Italia, per prestare la loro opera presso le Acciaierie di Terni, all’epoca all’inizio della attività industriale. Si iniziò la propaganda anche fra gli intellettuali commercianti e professionisti. Si ebbe l’adesione di Virgilio Alterdea, ispettore didattico e proprietario di una piccola tipografia, del commerciante Enrico Manni e di Giuseppe Zaccarelli, impiegato presso le Acciaierie. Fu in quel periodo (novembre 1892) che si gettarono le basi per la costituzione della Camera del Lavoro. Un compagno, certo Bellanti, mise a disposizione un locale in via Castello, era installato un piccolo laboratorio azionato da una turbina idraulica. Il macchinario venne sgomberato e fu da quel laboratorio che prese nome il giornale dei socialisti ternani "La turbina" e fu in quel locale che si installò nel 1893 la prima Camera del Lavoro di Terni.

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