I CARI ESTINTI

FAccia a faccia con quarant'anni di politica italiana. di Giampaolo Pansa

Il primo comunista che ho conosciuto era una comunista. Si chiamava Elvira, aveva curve maliziose e ballava divinamente il samba all’ italiana. Per di più s’era invaghita di Walter Audisio perché lo riteneva il killer di Mussolini. Andavo per i tredici anni e la sbirciavo nel dancing del Pci, vicino al mio caseggiato di ringhiera. Dopo l’odalisca rossa, ho fatto molti altri incontri per raccontare da cronista le avventure dei padroni politici della Prima Repubblica. Li ho conosciuti talmente bene che, con l’andar del tempo, sono diventati i miei vicini di scrivania. Più li osservavo, più me li vedevo accanto. Così oggi mi domando: stavamo meglio quando c’erano la Dc, il Pci e il Psi, oppure adesso, con i carrozzoni personali di questo fosco 2010? Lascio la risposta ai lettori dei Cari estinti, un titolo beffardo e un tantino nostalgico. Gli estinti sono i potenti che dal 1948 al 1989 hanno guidato l’Italia. Nel rievocarli, mi sono sentito un viaggiatore che narri la fine di un mondo esplorato per anni. Dominato da leader come il pio Rumor, l’irriducibile Fanfani, l’eterno Andreotti, l’enigmatico Moro, l’aggressivo De Mita, il monacale Berlinguer, l’ardimentoso Craxi, il tenace Almirante, l’ambizioso Spadolini. Li ho rimessi sulla scena ripercorrendo il loro tempo. Il caos delle correnti. L’alterigia dei ras locali. Il cancro della mafia. Le bombe del terrorismo. Il sequestro di Aldo Moro. Il ciclone della Loggia P2. La guerra fra comunisti e socialisti. Il mio racconto s’intreccia con più di un dilemma. La Dc ci ha salvati dallo stalinismo, ma ha usato male il suo strapotere? Craxi era uno dei tanti politici corrotti o uno statista coraggioso? Le Botteghe Oscure lavoravano per l’Unione Sovietica? Perché i vincitori della guerra civile sono precipitati nel baratro di Tangentopoli? In queste pagine si capirà come la vede un italiano uguale a molti. Allarmato dal disordine della lotta politica di oggi. E dal rischio che corre un paese in cerca di un equilibrio sereno.

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