18.09.1995 - INSIEME A DELORS. Milano, Sede Unione Commercianti. Sintesi dell’intervento di Jacques Delors

01 gennaio 2000

Una sintesi dell' intervento di Jacques Delors all’incontro con i Socialisti Italiani del 18 settembre 1995 a Milano

Un nuovo modello dl sviluppo

Bisognerà ripensare il nostro modello di svi-luppo e il ruolo ché deve occupare il lavoro nelle so-cietà. Non possiamo conti-nuare ad assistere a questo tipo di sviluppo che non permette di garantire la piena occupazione, che non permette ai nostri figli di pensare che avranno una possibilità nella vita e che quindi toglie valore ed ogni sforzo fatto per l’istruzione. Perché studiare se domani il mio primo gesto di adulto sarà per avere i contributi di disoccupazio-ne. Bisogna che ognuno possa svolgere un ruolo nella società e questo si-gnifica avere un lavoro. Quindi dobbiamo tener conto delle risorse rare, dell’ambiente umano, delle nostre città. Quanti fabbisogni non sono soddisfatti e derivano da un cattivo svi-luppo. Per esempio la desertificazione delle campagne, gli ingorghi nelle città, l’inquinamento. Tutti questi aspetti non sono presi in considerazione dal mercato, ma noi sappiamo che un giorno o l’al-tro saranno gli uomini o le donne della nostra epoca a pagare tutto questo. Quindi dobbiamo trovare un nuovo tipo di sviluppo in mo-do da non sentirsi dire semplicemente che la nostra crescita è au-mentata del 2%; ma per risolvere i problemi.
Lavoro per tutti, è questo che dovrebbe dare il modello di svilup-po. I fabbisogni esistono, il mercato non li traduce in lavoro; bisogno di organizzare meglio le esigenze del tempo libero degli individui, bi-sogno di aiutare le famiglie disagiate, assistere l’infanzia per non ab-bandonarla a se stessa, rilanciare e il compito della scuola, tutti questi sono bisogni che il mercato tralascia e che se fossero presi in consi-derazione, creerebbero lavoro per tutti. E ci sarebbe tanto più lavoro; se fossimo persuasi che con il progresso tecnico dovremo lavorare sempre di meno. Attualmente chi ha la fortuna di poterlo fare, lavo-rerà solo quarantamila ore. Chi pensa all’organizzazione della società
in modo tale che ognuno possa lavorare solo quarantamila ore e sce-gliere come occupare il suo temo libero? Ci sono molte possibilità per l’immaginazione, abbiamo di fronte a noi un cantiere da sviluppare perché nulla è automaticamente acquisito. Si tratta di un cantiere in-tellettuale e politico che darà frutti solo se saremo fedeli ai nostri va-lori e se avremo il coraggio di lanciare nuove idee, ma rendendo par-tecipi i cittadini.
l,a questione democratica credo che sia il nocciolo del problema italiano, far partecipare i cittadini vuol dire ascoltarli, dialogare con loro e lavorare con loro. In altri termini, oggi, il pensiero della sinistra e degli uomini di progresso si identifica con una maggior democra-zia, questo dovrebbe essere il nostro slogan. La destra vuole meno democrazia perché è più facile governare trovando capri espiatori. Invece noi diciamo ai cittadini: la democrazia è cosa vostra, vi appar-tiene, occupatevene. E così per voi, militanti dell’Italia nuova, ci sarà molto più lavoro.

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