SULL’EVENTUALE CONGRESSO DEL PSI di Roberto Biscardini

02 gennaio 2017

SULL’EVENTUALE CONGRESSO DEL PSI di Roberto Biscardini

Nel Psi si inizia a discutere di un prossimo congresso. Ma quale? E per quale prospettiva?

“Il voto anticipato è una scelta molto seria. Occorre che vi siano regole chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà. Queste regole adesso non ci sono.” Parafrasando queste parole del Presidente Mattarella, un congresso del Psi è possibile solo dopo che siano state condivise “regole chiare e adeguate” perché gli iscritti possano esprimere con efficacia la loro volontà.

Quindi un congresso assolutamente diverso da quelli precedenti. Un congresso non burocratico, aperto a tutti coloro che vogliono partecipare ad una fase nuova e costituente, in cui possano contare effettivamente coloro che vi partecipano, coloro che vi aderiscono in carne e ossa, che danno un contributo di idee e di proposta, e non gli iscritti “falsi”. Quindi un congresso non truccato.

Non sottovalutiamo infatti che un elemento fondamentale della degenerazione politica che il Psi ha conosciuto negli ultimi anni è dipesa anche dalla modifica di una norma congressuale che nel Psi aveva retto per oltre cinquant’anni. Cioè, che nei congressi veniva attribuito ai delegati e alle correnti il peso ottenuto dal numero dei partecipanti e votanti nelle sedi locali e provinciali del partito, e non come si è voluto imporre, da Venezia in poi, che i delegati venissero determinati sulla base degli iscritti anche se assenti o inesistenti.

Se quella norma, come avevamo chiesto, fosse stata modificata non sarebbe stato necessario di fatto rivolgersi ai Tribunali per conoscere la platea degli iscritti, perché ai fini congressuali solo i partecipanti effettivi, e non gli assenti, avrebbero avuto un reale peso politico.

D’altra parte in qualunque assemblea di soci contano i presenti e non gli iscritti, come la logica e il codice civile conoscono bene.

Certo non è solo questa la questione in gioco, ma le regole sono l’essenza della democrazia.

Bisogna decidere preliminarmente se si vuole un Psi largo e inclusivo o un Psi sempre più stretto ridotto ad un piccolo gruppo di fedelissimi, per tutelare la sopravvivenza di un piccolo gruppo dirigente esistente. Si vuole un Psi aperto a quei giovani che mai sarebbero disposti ad entrare in un’organizzaione impermeabile e chiusa oppure no. Se si vuole cambiare e si vuole perpetuare la logica esistente.

Questo é l’oggetto della questione congressuale, da cui discendono politica e regole.

Certo è che un congresso alla vecchia maniera non serve sul piano politico e non si può fare sul piano pratico.

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