REGALBUTO, LOMBARDI E IL VOTO DEL 12 GIUGNO di Roberto Biscardini

31 maggio 2022

REGALBUTO, LOMBARDI E IL VOTO DEL 12 GIUGNO di Roberto Biscardini

Il 12 giugno si vota in molti comuni, in una fase politica di grande incertezza, con una coalizione di governo più che anomala, con un guerra in corso tra Russia e Ucraina, che influisce pesantemente sulle nostre coscienze e sulle nostre già fragili condizioni economiche. Si vota per il rinnovo dei consigli comunali, insieme ai referendum sulla giustizia,  nel generale disinteresse dei media, su questioni delicate della nostra vita. Cinque referendum, per i quali personalmente voterò Sì, come segnale preciso contro le degenerazioni ormai chiarissime maturate all’interno della magistratura italiana.
Si vota anche a Regalbuto, importante comune della provincia di Enna. E quando penso a Regalbuto due cose vengono alla mente. La straordinaria bellezza della Sicilia e Riccardo Lombardi al quale Regalbuto ha dato i natali. E penso al busto che lo ricorda nella piazza principale del comune.
Lo dico da milanese, che ama il sud, e che ha avuto la fortuna di conoscere Riccardo Lombardi negli ultimi anni della sua vita. Da socialista che ha condiviso le sue idee, la sua cultura, la grande dimensione politica e morale del socialismo.
Lo dico perché il modo migliore per ricordare in questa circostanza Lombardi é coniugare il suo essere siciliano e milanese insieme.
Siciliano di nascita, milanese negli studi al Politecnico e poi primo Prefetto di Milano nel 1945.
Lo dico augurandomi che chiunque vinca le elezioni del 12 giugno possa, insieme a tutti coloro che si riconoscono ancora negli ideali di giustizia del socialismo, fare di Regalbuto un centro di studi lombardiani rivolto ai giovani siciliani e di tutta Italia.
Un modo per ritornare ad essere al centro delle grandi correnti di pensiero e di azioni del paese.
Certo a Regalbuto, come in molti altri comuni, sulla scheda elettorale non ci sarà un simbolo socialista. Ma ci sono candidati e candidate che alla migliore tradizione del socialismo in qualche modo si richiamano. Ben sapendo, come ebbe a dire Lombardi, che lo scopo del socialismo, non sono i socialisti e nemmeno i propri simboli, ma il socialismo stesso. Il socialismo come necessità, per risolvere i problemi concreti di tutti e in particolare di chi ha più bisogno.
Concretamente, usando tutte le leve a disposizioni, i comuni in primo luogo.
Governando i comuni, che in quanto istituzioni più vicine al cittadini, non sono istituzioni di serie B. Spesso si ha la sensazione che contino poco, sotto il peso ingombrante dei diversi centralismi, regionali e nazionali, ma sono invece l’essenza della libertà. E possono fare molto.
Non solo perché, spesso suppliscono all’assenza dello Stato centrale e alla carenza di mezzi finanziari, ma anche perché spesso con creatività e coraggio fanno grandi cose, con senso di responsabilità e saggezza, non solo nell’erogazione dei servizi essenziali, ma cercando di dare il propri contributo alla migliore politica regionale e nazionale. Sono essi stessi Stato e sanno di esserlo.
Oggi la politica sembra ridotta a poco, agli occhi dei cittadini “tutti” sembrano uguali. Ci sono gli avversari nelle campagne elettorali, ma poi il giorno dopo tutto si appiattisce, tutto diventa uguale.
A questo proposito impariamo da Lombardi, “se si sceglie che tutti siano avversari, nello stesso tempo nessuno lo sarà veramente”.
Quando si governa, si governa negli interessi di tutti, con imparzialità, ma non bisogna mai dimenticare chi sono i nostri riferimenti principali, chi è il popolo a cui fare maggiore riferimento, qual è la nostra base sociale, stando dalla parte dei più deboli.
Avendo in mente un progetto, in una società che ha bisogno, non di utopie o di discorsi generici, ma di proposte credibili e concrete. Governando nella partecipazione con il consenso della popolazione. Guardando ai bisogni antichi, ai fabbisogni arretrati e ai bisogni nuovi. Delle vecchie come delle nuove generazioni. Cercando di includere chi è escluso.
Questo è socialismo. Perché il socialismo, magari scomparso nei simboli e sulle schede elettorali,  non è scomparso dalle prospettive delle persone comuni. Magari non sanno che ciò a cui aspirano si chiama socialismo, ma quello è. Alcuni pensano che sia un’idea invecchiata, altri non sanno più definirlo in modo chiaro, ma il bisogno di uguaglianza e di giustizia è chiarissimo nella coscienza delle persone. E quello è socialismo.
L’alternativa è la barbarie a livello centrale come a livello locale. Per questo noi pensiamo che sia possibile anche nei comuni garantire i servizi essenziali a tutti e per tutti, governare secondo regole democratiche ed elementari, vogliamo valorizzare il ruolo dei consigli comunali, che poi sono l’espressione diretta della rappresentanza popolare e dei cittadini elettori.
Vogliamo che i nostri comuni siano la casa di tutti, affinché la politica torni ad essere un impegno di alto valore civile. Socialisti, per concorrere, proprio in questo particolare momento, insieme a tutti coloro che ci stanno, insieme al mondo cattolico e del solidarismo laico, alle associazioni di volontariato e al mondo del lavoro, a fare tutto ciò che è necessario fare per i propri cittadini.
Ciò di cui non siamo interessati sono gli interessi solo privati e solo speculativi.

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