RADICALITÀ'/SOCIALDEMOCRAZIA di Franco Astengo del 14 marzo 2023

14 marzo 2023

RADICALITÀ'/SOCIALDEMOCRAZIA di Franco Astengo del 14 marzo 2023

Oltre alla composizione dei nuovi organismi dirigenti dall'Assemblea Nazionale del PD post-primarie sono usciti anche elementi progettual - programmatici che hanno fatto scrivere della possibilità di " maturazione di un riformismo di governo radicale, ispirato alle migliori esperienze della socialdemocrazia".

Si tratta di un punto nodale che è necessario sia accompagnato da una riflessione sviluppata intorno al tema delle dinamiche interne alle soggettività politiche che compongono l'opposizione al governo di destra.

Radicalità è diventato un termine di moda usato anche degli epigoni di un neocapitalismo che sembra tentare di comprendere alcune realtà che stanno emergendo nell'intreccio di contraddizioni della "modernità" attorno ad alcune questioni: qualità della globalizzazione opposta al ritorno a nazionalismo/protezionismo (migranti, disuguaglianze,ecc.,) transizione digitale, transizione ecologica).

Il punto che si intende qui sollevare è allora il seguente: quali sono le condizioni di base per le quali socialdemocrazia e radicalità possono accompagnarsi all'interno di un progetto di transizione del sistema?

Ancora: è necessario un soggetto politico rappresentativo di una socialdemocrazia non limitata - nei suoi obbiettivi - a una radicalità redistributiva interna all'auto-modificarsi del sistema? Si può pensare ad un'autonomia di una soggettività socialista attorno ai temi dell'inedito rapporto scienza/politica, dell'ignoto dell'innovazione tecnologica, della scomposizione delle divisioni sociali storicamente acquisite? Oppure non si potrà oltrepassare il riformismo , sia pur "radicale" interno al sistema che probabilmente caratterizzerà - fino a quanto possibile - il nuovo corso del PD?

Affrettatamente e schematicamente (nell'idea di suscitare un minimo di dibattito) mi limito ad indicare alcuni punti sui quali dovrebbe essere caratterizzata una soggettività politica capace, in autonomia, di costruire un riferimento nel complesso articolato su cui dovrebbe caratterizzarsi l'opposizione alla destra e la costruzione dell'alternativa:

1) il tema della pace da svilupparsi in un quadro di soggettività internazionalista;

2) il governo della globalizzazione a dimensione sovranazionale (considerando l'Europa come "spazio politico" in materia di scambio delle merci e di flusso di persone;

3) Pur valutandone l'importanza non ci si può fermare ai diritti individuali e alla semplice redistribuzione;

4) E' necessaria una programmazione dell'economia che poggi su due pilastri: a) intervento pubblico; b) welfare universalistico. Anche in questo caso il richiamo si misura con il livello sovra-nazionale e la necessità di affrontamento dei diversi aspetti della transizione in una dimensione sistemica misurata ben oltre gli aspetti settoriali che si avrebbero suddividendo nella parzialità strategia dei diritti, transizione ecologica, transizione digitale. Non si tratta di limitarci a modificare la sovrastruttura: incombono come macigni i temi dell'intreccio dello sfruttamento del genere umano nella sua molteplicità di forme (compreso quello di genere), del territorio, della prospettiva stessa del mutamento nelle forme di vita che sarà imposto dall'adeguamento tecnologico.

5) Rimangono sullo sfondo i temi della democrazia e della forma dell'agire politico: sullo sfondo soltanto però per ragioni di economia del discorso, così come da affrontare il tema del rapporto con la storia del movimento operaio italiano e delle forze della sinistra, in rapporto con una tensione "storica" di ricerca unitaria.

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