PRIMA DI BRUCIARE LA CASA ASSICURIAMOCI DI NON FARE MORTI E FERITI di Nicola Cariglia da PENSALIBERO.it del 22 gennaio 2018

22 gennaio 2018

PRIMA DI BRUCIARE LA CASA ASSICURIAMOCI DI NON FARE MORTI E FERITI di Nicola Cariglia da PENSALIBERO.it del 22 gennaio 2018

C’è la eco di esperienze già fatte in un passato tragico non troppo lontano nelle proposte e nei comportamenti di certi leaders, di certi partiti e delle folle che li reclamano ed acclamano.

Quelli che “bisogna mandare a casa chi ci ha condotto in questa situazione” e “bisogna scompigliare i giochi già fatti”. Sono un numero considerevole. E non pochi, spesso, intervengono su Pensalibero, in dissenso con gli articoli ivi pubblicati. Ci fa piacere. Siamo laici, rispettiamo le idee altrui e siamo orgogliosi di essere letti da chi la pensa diversamente.. Ma ci sforziamo anche di essere sinceri. Perciò ci permettiamo di segnalare senza mezzi termini, che costoro stanno compiendo un errore che potrebbe avere gravi conseguenze. Infatti, che ragionamento è quello di votare chiunque, purchè non impelagato con il passato? Nella storia repubblicana ci sono anche grandissimi meriti. Siamo partiti con un Paese in ginocchio, distrutto dalla guerra.  Non c’erano case per tutti, industrie, scuole, ospedali.  Soprattutto non c’era lavoro e abbondava la miseria. Eppure, giungemmo ad essere la quinta potenza industriale del mondo e, ancora oggi, siamo una delle maggiori economie. Mica sono piovuti dal cielo questi doni! E, in ogni caso, anche non volendo riconoscere i meriti, non tutto diventa accettabile solo perchè gli altri non ci piacciono. Il voto contro non è mai una grande risorsa.

Bruciare la casa per poi ricostruirla nuova, si può fare. Ma accertiamoci prima di non lasciare morti e feriti sotto le macerie. C’è una eco sinistra di esperienze già fatte in un passato tragico non troppo lontano nelle proposte e nei comportamenti di certi leaders, di certi partiti e delle folle che li reclamano ed acclamano. Sono cose che già abbiamo visto. La mancanza di solidarietà verso i più deboli, non solo gli immigrati; il diritto all’ignoranza e alla prepotenza; il venire meno dello spirito critico; l’autorità del partito (il proprio, ovviamente) sopra all’interesse generale e nazionale. Si può obbiettare che Grillo e Salvini non sono Mussolini e Hitler o altri simili incantatori di serpenti. Eppure, ci sono inquietanti analogie: essere al tempo stesso tragici e comici, e sospinti al potere per scompigliare “giochi già fatti”, in  dispetto ad una classe politica usurata e screditata. Ma, soprattutto, non sono loro a fare paura. A preoccupare è il fatto che le masse si radunino, oggi come ieri, attorno a siffatti soggetti e con simili parole d’ordine. Roba da brividi.

 

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