MILANO, PERCHE’ UNA LISTA SOCIALISTA ALLE PROSSIME ELEZIONI - contributo di Roberto Biscardini all’Assemblea di Socialisti di Milano del 6 febbraio 2021

17 febbraio 2021

MILANO, PERCHE’ UNA LISTA SOCIALISTA ALLE PROSSIME ELEZIONI - contributo di Roberto Biscardini all’Assemblea di Socialisti di Milano del 6 febbraio 2021

Abbiamo deciso di promuovere questa Assemblea quando abbiamo capito che c’erano tutte le condizioni per presentare una lista socialista autonoma alle prossime elezioni con un nostro candidato sindaco.
Un progetto di cui questa è solo la prima tappa convinti come siamo che sia largo nell’opinione pubblica il sentimento che a Milano bisogna cambiare pagina.
Che nonostante l’impressione le cose non vanno assolutamente nella direzione giusta.
Milano ha bisogno di risposte diverse di fronte a una crisi economica sociale ambientale che non le è estranea.
Anche a Milano con la pandemia le cose sono peggiorate e galleggiamo nel ricordo della Milano che fu.
Per questo occorre superare il cosiddetto “modello Milano” che da anni (indipendentemente da chi fosse al governo della città) si è consolidato nell’uso del capitale finanziario, non a favore di tutti, ma quasi esclusivamente nel proliferare interventi immobiliari di carattere speculativo.
Un capitale finanziario e interessi immobiliari che governano la città ben oltre le decisioni politiche.
Questo “modello” non è andato nella direzione di costruire una “città più giusta” attenta ai problemi delle persone e del lavoro.
Anzi ha acuito diseguaglianze, non ha migliorato la qualità della vita e ha aggravato il conflitto tra antropizzazione del territorio e natura.
Interventi che sono andati avanti proseguendo la cementificazione di aree per funzioni di carattere privatistico anziché per realizzare nuove aree a verde o per realizzare importanti servizi pubblici.
Mi riferisco per esempio alla cementificazione degli scali ferroviari (ma non solo) sostenuta da questa Amministrazione nonostante il Consiglio comunale avesse già votato nel dicembre del 2015 contro questo progetto (aree pubbliche comunali consegnate anni e anni fa a Ferrovie dello Stato negli interessi pubblici della mobilità su ferro, diventate oggi occasioni di business che nulla hanno a che fare con gli interessi generali della città).
Un cosiddetto “modello Milano” incapace soprattutto di ripensare alla qualità urbana e ambientale dentro a nuova visione della città.
Affinché Milano sia in grado di offrire più opportunità al capitale umano che non al capitale finanziario.
Secondo: il “modello Milano” non regge più nemmeno dal punto di vista politico. Si regge ancora su uno schema bipolare senza identità. Oggi sempre più in crisi (come dimostra la crisi politica nazionale) e si regge su una struttura amministrativa e burocratica antiquata, egocentrica, che lavora più per mantenere se stessa che per rispondere con efficacia alle esigenze delle persone e delle imprese. Cittadini sempre più poveri e imprese sempre più in difficoltà.
In aggiunta il “modello Milano” ha prodotto un degrado democratico della pubblica amministrazione, con processi decisionali sempre meno trasparenti e quindi sempre meno partecipati.
Per queste semplici ragioni che sono ragioni strutturali e concrete si giustifica una nuova proposta socialista. Un progetto socialista che è un dovere più che un diritto, segno della necessità di garantire a Milano una politica di governo diversa con la quale i cittadini potranno nuovamente identificarsi.

 

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