LA RUSSIA DI OGGI HA TRADITO LA SUA STORIA di Alberto Angeli del 24 maggio 2022

24 maggio 2022

LA RUSSIA DI OGGI HA TRADITO LA SUA STORIA  di Alberto Angeli del 24 maggio 2022

Da quando Putin è salito al potere nel 2000, è di moda tra gli studiosi, opinionisti e politici esprimere con sicumera la propria convinzione “ su cosa pensi Putin” al proposito del potere e dell’ideologia che lo guida. Con l’invasione dell’Ucraina, che conferma la seriale vocazione di Putin ad utilizzare la forza  delle armi per imporre le sua dottrina politica, anche psicologi ed esperti etologi si sono aggiunti a questa ricerca per capire quale sia l’influenza filosofica che guida questo autocrate, spingendosi fino a disputare sulla tenuta psichica dell’uomo. Insomma, tante tesi che inducono i più a credere che il nuovo Zar persegua la pratica della violenza senza attenersi ad un concetto ideologico o filosofico, con ciò escludendo  che l’ispirazione della sua condotta non aderisca ad un paradigmi ideologico. Mentre una ricerca più approfondita ci porterebbe a scoprire che quest’uomo senza volto segue le opere del filosofo Ivan Il'in.

Infatti, Ivan Il'in è citato e validato non solo dal presidente della Russia , ma anche di recente dal primo ministro Medvedev, dal ministro degli Esteri Lavrov, da diversi governatori russi, dal patriarca Kirill e da vari leader del Partito Russia Unita e molti altri ancora. Non si tratta di citazioni sporadiche o casuali. I libri di Il’in sono stati consigliati come lettura obbligata da due dei "cardinali grigi" del Cremlino: Vladislav Surkov e Vyacheslav Volodin. Mikhael Zygar, nel suo libro "Tutti gli uomini del Cremlino". Un recente saggio della  studiosa Marlene Laruelle conferma che furono proprio queste opere di Il’in a influenzare la definizione di Putin dei valori tradizionali russi. Qualcuno, dei molti pacificontraristi alla fornitura delle armi alla resistenza Ucraina, quelli che, si,  ammettono con difficoltà dialettica lo “sbaglio di Putin”, e insistono affinchè si avvii un dialogo di pace purchè l’Ucraina ceda quanto già conquistato dall’esercito russo, tuttavia non nascondono le loro simpatie per il nuovo Zar al quale, insomma, va riconosciuta una qualche ragione all’azione militare speciale che da 90giorni massacra l’Ucraina, senza porsi una minima riflessione se la guerra di denazificazione di quel paese non trovi ispirazione e valore nella filosofia di un teorico del fascismo  amato da Putin e dai suoi sostenitori.   

Allora è opportuno sottolineare qualcosa di più semplice da dimostrare: Il’in - che lo stato ha promosso per gli ultimi 15 anni come un vero filosofo russo, uno statista esemplare e un vero patriota russo – è una figura storica molto dubbia da cui trarre ispirazione, anche una persona inappropriata solo per citare chi lo ha studiato a fondo, fu un sostenitore dell'ideologia fascista. Per brevità  si riassume:  le opere di Il’in tendono a dividersi in due categorie. La prima è costituita dalle sue opere sulla statualità e spiritualità russa, che sono considerate rispettabili e degne di essere citate dal capo dello stato e da altri. La seconda categoria: testi sul fascismo che Putin non cita, quindi possono essere ignorati. Non esiste una tale divisione, in sostanza, tra queste categorie, solo che è più esplicito nella seconda categoria. Il’in è infatti abbastanza coerente; le sue idee di spiritualità e di stato russo sono strettamente legate alle sue opinioni positive sui regimi di Hitler, Mussolini, Salazar e Franco.

Fondamentalmente, Ivan Il'in propone per la Russia la creazione di una dittatura nazionale che fa affidamento sui ruoli eccezionali della Chiesa e dell'esercito e si impegna in una costante " rieducazione " dei cittadini per il bene di una santa missione, inclusa una " difesa ” di vaste masse continentali eurasiatiche da una moltitudine di nemici, così come un asservimento di nazioni minori che vivono su questi territori. La sua filosofia si basa sul culto dei " fardelli e delle prove " dei popoli russi, sul suo eccezionalismo e  superiorità, e richiede un rinnovamento spirituale nazionale, una selezione e un'omogeneizzazione della società basata sui criteri del " valore spirituale " con tutte le conseguenze per le “persone sbagliate”. Tutto quanto finora esposto parla delle somiglianze tra la filosofia di Il’in e la filosofia dei fascisti europei degli anni '30 e lo stesso Il’in non lo nega. Nel suo saggio del 1933 “Nationalsocialism: 'A New Spirit'”, Il’in — lo “spirito” del nazionalsocialismo — lo caratterizza come: “ patriottismo, fede nell'unicità dei popoli tedeschi e nella forza del genio tedesco, il sentimento d'onore, disponibilità al servizio sacrificale (sacrificio fascista), disciplina, giustizia sociale e confraternita non di classe – unità di tutti ”. Il’in lo confronta direttamente con il movimento di emigrazione della Russia bianca: “ In fondo questo spirito sta allineando il nazionalsocialismo tedesco con il fascismo italiano. Ma non solo con quello, ma anche con lo spirito del movimento bianco russo”. In effetti, Il’in rappresenta gli stessi valori che sta elogiando nel fascismo italiano e nel nazionalsocialismo tedesco.

Tradizionalmente, i difensori di Il’in affermano che la sua simpatia per i nazisti era prima di tutto legata alla precedenza delle sue opinioni anticomuniste, una convinzione che il comunismo doveva essere fermato a tutti i costi: “ Cosa fece Hitler? Ha fermato il processo di bolscevizzazione facendo un enorme favore a tutta l'Europa. Mentre Mussolini guida l'Italia e Hitler guida la Germania, la cultura europea vive una tregua”. Ma Il’in va anche oltre, fornendo una giustificazione diretta del modello di governo fascista :“ I tedeschi sono stati in grado di rompere lo stallo democratico. Quello che sta succedendo qui è la grande intercalazione sociale; ma non di proprietà, ma di carattere politico/stato e culturale/orientativo. Si rinnova di conseguenza e radicalmente lo strato di chi guida, secondo nuove mentalità. Si tira fuori chi non ama lo “Spirito Nuovo”. Questo spirito è la sostanza di tutto questo movimento; brucia nei cuori di ogni vero nazionalsocialista, flette i suoi muscoli, risuona nelle sue parole e brilla nei suoi occhi. L'ingiusto annerimento e la calunnia ne impediscono un'adeguata comprensione, pecca contro la verità e ferisce l'intera umanità ”. Nel 1937 Il’in afferma: “ Proponendo le idee di “soldato” e “sacrificio” come le principali idee civiche, il fascismo italiano ha espresso secondo la propria tradizione romana le stesse cose su cui la Russia era originariamente basata e costruita: idee di Monomakh e Sergio di Radonezh, idee di missionari russi e colonizzazione russa, idee di Minin e Pozharsky, idee di servitù, idee di Pietro il Grande e Suvorov, idee dell'esercito russo e del movimento bianco ”. E “ il fascismo non ci dà un'idea nuova, ma ci dà solo nuovi tentativi di attuare questa idea cristiana, russa, nazionale nelle nostre condizioni date, secondo le nostre opinioni ”.

Anche nel dopoguerra, nel 1948 nel suo articolo “Sul fascismo” Il’in scrive: “Il fascismo è un fenomeno complesso, sfaccettato e storicamente di gran lunga non esaurito. Ecco perché nel valutarlo bisogna essere sereni e giusti ”. In questo pezzo Il’in enumera gli errori commessi da Hitler e Mussolini e conclude con un avvertimento ai suoi futuri seguaci: “ Franco e Salazar lo hanno capito e stanno cercando di evitare questi errori. Non chiamano i loro regimi “fascisti”. Speriamo che i patrioti russi riflettano in pieno sugli errori del fascismo e del nazionalsocialismo e non li ripetano ”. Questo articolo fa parte della raccolta nota come "I nostri compiti" - citazioni da cui attingono i discorsi pubblici di Putin .

Nonostante tutti gli orrori della guerra, dell'Olocausto e dell'invisibile distruzione dell'Europa, Ivan Il'in non respinse le idee del fascismo ma propose subito come migliorarlo, evitando diversi errori commessi dai suoi contemporanei. Si tenga conto che sulla base dell’art. 354.1 del codice penale della Federazione Russa, chiunque manifesti o organizzi iniziative tese alla riabilitazione del nazismo rischia anni di carcere. Il fatto stesso che i governanti della Russia, la Duma, la Chiesa e la TV stiano ripulendo l'immagine di Il'in, legittimandolo come un vero filosofo russo non può che provocare il totale rifiuto e risentimento di tutti i sinceri democratici. Inoltre, in un paese in cui la sua gente è  orgogliosa di "aver sconfitto il fascismo",  riabilitare la filosofia fascista di  Il’in è una tragica ironia.

Molti esitano a vedere la Russia di oggi come fascista, perché l'Unione Sovietica di Stalin si definiva antifascista e contro il nazifascismo aveva combattuto e vinto, anche con l'aiuto degli americani, britannici e degli alleati. L'Unione Sovietica sconfisse la Germania nazista e i suoi alleati nel 1945; la sua opposizione al fascismo fino alla caduta del comunismo 1989 fu coerente. Nella Russia del 21° secolo, "l'antifascismo" è semplicemente diventato il diritto di un leader russo di definire i nemici e minacciare l’uso di armi terribili. I veri fascisti russi, come Aleksandr Dugin e Aleksandr Prokhanov, hanno fatto scuola teorica tanto che oggi lo stesso Putin ha attinto al lavoro del fascista russo tra le due guerre Ivan Il'in . Per il presidente, un "fascista" o un "nazista" è semplicemente qualcuno che si oppone a lui o al suo piano di distruggere l'Ucraina. Gli ucraini sono “nazisti” perché non accettano di essere russi e resistono. I fascisti che chiamano gli altri "fascisti" è il fascismo portato al suo estremo illogico come culto dell'irragionevolezza. È un punto finale in cui l'incitamento all'odio inverte la realtà e la propaganda è pura insistenza. È l'apogeo della volontà sul pensiero. Chiamare gli altri fascisti pur essendo fascisti è la pratica Putinista essenziale. Jason Stanley, un filosofo americano, lo chiama " propaganda minacciosa ". Gli ucraini sono ricorsi ad una formulazione più elegante, lo chiamano " ruscismo ", una crasi fortunata. Oggi sappiamo molto di più sul fascismo e con chi abbiamo a che fare. Il fascismo non è una posizione di discussione, ma un culto della volontà che emana finzione. Riguarda la mistica di un uomo che si sente disegnato a guarire il mondo con la violenza e con il ricorso alla propaganda e alle falsità. Ma può essere fermato, deve essere fermato, il che significa che coloro che si oppongono al fascismo devono fare il necessario per sconfiggerlo. Solo allora il mito che lo avvolge come uomo enigmatico crollerà.

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