LA RINASCITA DELLA SINISTRA di Maurizio Ballistreri

05 dicembre 2017

LA RINASCITA DELLA SINISTRA di Maurizio Ballistreri

Nello spazio di quarantotto ore due eventi hanno rilanciato le prospettive della sinistra in Italia.
Prima le manifestazioni della Cgil contro l’innalzamento dell’età pensionabile, che reintegra nel nostro sistema democratico il conflitto sociale, elemento costitutivo della nascita e dell’acquisizione della cittadinanza del movimento dei lavoratori, base politica e sociale della sinistra in tutte le sue declinazioni ideologiche. Proprio quel conflitto sociale che la linea Veltroni-Renzi ha confinato negli scantinati della storia, guardando acriticamente alle “magnifiche sorti e progressive” del capitalismo globale, come testimoniano paradigmaticamente provvedimenti legislativi quali la “Buona-scuola” e il “Jobs Act”.
Poi la nascita del nuovo soggetto della sinistra con la manifestazione dell’Eur. Un evento importante, segnato dalla partecipazione di esperienze e identità collettive e individuali con un significativo pluralismo culturale e politico. Ma il nuovo soggetto politico dovrà evitare alcuni rischi. In primo luogo non dovrà essere una sommatoria di sigle, che riproponga altre esperienze passate come, ad esempio, l’unificazione socialista del 1966 tra Psi e Psdi, definita una sorta di “mostro bicefalo”. Una forza politica che si immunizzi dal politicismo che in questi anni ha zavorrato la sinistra, per occupare seggi e ottenere prebende o, peggio, mescolare istituzioni e interessi economici, con un ceto politico che Bruno Trentin nei suoi “Diari” definì amaramente “tristi figuri satrapi”. E ancora, con una forte capacità programmatica per definire con chiarezza una linea di alternativa tra schieramenti politici e blocchi sociali, che abbia come base politica la straordinaria e vittoriosa battaglia referendaria per la difesa dei valori democratici della Costituzione repubblicana, riprendendo la straordinaria esperienza delle socialdemocrazie europee dei “gloriosi trenta”, caratterizzata da welfare universalistico, piena occupazione, diritti del lavoro, redistribuzione della ricchezza verso il basso attraverso la leva fiscale, (altro che flat-tax!), partecipazione dei lavoratori alle scelte pubbliche e d’azienda; oggi il socialismo democratico, in primo luogo in Germania, si è omologato al mercato, ma non mancano fermenti come quello dei laburisti inglesi di Corbyn e dei socialisti portoghesi di Antonio Costa, nella prospettiva di alleanze ampie a sinistra.
Programma di sinistra e alternatività politica contro pasticci trasversali, quali elementi genetici del nuovo soggetto della sinistra italiana, che potrà, così, impedire il “ricatto morale” di chi afferma che con la rottura con il Pd si favoriranno Grillo e Berlusconi, esplicitando che questo partito democratico è una delle due destre in Europa, quella tecnocratica e finanziaria di stampo macroniano che compete con quella populista e sovranista.
Una sinistra popolare insomma, che come scrisse Bertold Brecht “riporti il popolo sulla scena”.

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