LA NUOVA SFIDA DI SOCIALISTI IN MOVIMENTO PER UNA NUOVA AREA POLITICA CIVICA E DI SINISTRA, PARTIAMO DALLA SICILIA di Roberto Biscardini.

09 settembre 2017

LA NUOVA SFIDA DI SOCIALISTI IN MOVIMENTO PER UNA NUOVA AREA POLITICA CIVICA E DI SINISTRA, PARTIAMO DALLA SICILIA di Roberto Biscardini.


La Sicilia, come è stato detto da più parti, rappresenta la prima tappa di quel progetto che preferiamo chiamare “civico e di sinistra” espressione di un’alleanza tra diverse componenti politiche da MDP, Sinistra Italiana, Socialisti in Movimento ed altre realtà associative, movimenti civici e democratici. Dopo anni l’unica vera novità nel panorama politico italiano, che possa incidere nel corpo deluso di tutti quei cittadini che volevano il cambiamento e si sono trovati davanti mediocrità e populismi, misti a presunzione, personalismi sciatteria e falsi leader.

La prima tappa per l’affermazione di un progetto che viva nella società e nelle istituzioni, avendo l’ambizione di guardare lontano, per ricostruire la speranza e il coraggio della rinascita di una nuova area di sinistra socialista (in senso largo), che oggi non c’è, in nome di più giustizia e più democrazia.
Un’area che mette in gioco vecchie esperienze, nuove aspettative e che ha l’ambizione di offrire al paese una nuova prospettiva, un nuovo futuro, intorno a poche idee forza (non un programma logorroico e omnicomprensivo, in cui ci sta tutto e il contrario di tutto). Per prospettare un cambio di rotta della politica italiana, in una fase assolutamente delicata, in cui sembrano venire meno, tra i cittadini e l’opinione pubblica, nella società, non solo le certezze di un tempo ma anche la capacità e la voglia di difendere vecchi valori.
In una fase in cui, non solo da noi in Italia ma anche in buona parte del mondo occidentale, si rischia di essere ormai un po’ tutti rinuncisti, rassegnati e impotenti.
Disposti ad accettare ciò che un tempo non avremmo mai accettato: il progressivo indebolimento dei valori e delle pratiche democratiche, l’assenza dello Stato e persino ingiustizie sociali, diseguaglianze, sfruttamento e assenza di libertà.

Ecco perché bisogna reagire con un progetto nuovo e lungimirante, avendo la consapevolezza che  il punto d partenza è saper mettere in discussione gli errori che anche la sinistra ha commesso in Italia e in Europa in questi ultimi vent’anni accettando le logiche del mercato e l’assenza dello Stato.
Dando vita a un movimento nuovo, di tipo socialista, aperto, inclusivo, democratico e radicale, per richiamare all’impegno tutti coloro che di fronte alla pochezza dell’attuale offerta politica possano ritornare in partita. Per scatenare l’interesse di nuove energie, di giovani, nuovi e futuri dirigenti della politica del domani. In un rapporto partecipato e solido con i cittadini, per l’affermazione di una nuova democrazia civica, per difendere ogni forma di democrazia compreso quella rappresentativa e istituzionale.
Non possiamo accettare  che le assemblee elettive, a partire dal Parlamento non contino più nulla. Così si legittima che il voto dei cittadini non ha più alcun valore, e si legittima contemporaneamente astensione e antiparlamentarismo.
Si tratta di incominciare a reagire con coerenza in nome di valori non negoziabili, il valore della democrazia e della libertà. Dentro un perimetro chiaro della nostra azione politica, che si deve basare su due elementi fondamentali: questo progetto e le nostre liste devono accogliere  tutti coloro che ci stanno senza distinzioni, due, il passato non può essere un elemento per consentire a nessuno di discriminare, selezionare, dividere e mettere veti (in fondo, chi non ha peccati scagli la prima pietra).
Quindi un progetto che riconosce il bisogno di rompere nettamente con le politiche del passato e con le politiche di cui la sinistra si è resa responsabile, come ho detto: la riduzione del ruolo dello Stato nell’economia, l’impoverimento della democrazia, l’assuefazione ad una logica tutta finanziaria dell’economia nazionale ed europea che ha impoverito il paese, aumentato le diseguaglianze, ha consentito lo sfruttamento dei lavoratori accettando in silenzio la disoccupazione, la sottoccupazione e persino l’assenza di diritti e di dignità umana sui luoghi di lavoro.
Vogliamo farci carico quindi di un’idea forte e nuova per la sinistra socialista, da accompagnare al bisogno di un’idea chiara dell’Europa, perché sia sempre più politica e non solo economica, insieme ad una nuova politica per l’immigrazione perché sia capace di integrare garantendo  parità di diritti civili ed umani per tutti. L’accoglienza non basta e non è una politica.
Quindi un progetto politico alternativo che deve guardare lontano, dentro il quale i socialisti intendono essere parte integrante al pari di tutti gli altri.
Come si diceva, un progetto che avrà nelle elezioni regionali Siciliane il suo primo impatto con l’elettorato, ma solo il primo.
Un impatto da misurare in  primo luogo sulle idee forza da proporre ai siciliani per rispondere ai loro bisogni e superare i ritardi della politica siciliana. A partire dalla assoluta necessità di avviare anche in Sicilia un percorso di governo virtuoso e di buone pratiche, che consenta di costruire crescita e sviluppo utilizzando, valorizzando e promuovendo le straordinarie risorse umane, ambientali ed economiche  del suo territorio.
Una sfida che parte dalla Sicilia ma non si fermerà lì, Che guarda molto avanti e dovrà presto misurarsi su nuove scadenze, politiche ed elettorali: le elezioni regionali e amministrative del prossimo anno, le elezioni europee del 2019.

 

 

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