IL SOCIALISMO È LA GRANDE NOVITÀ POLITICA DEL NOSTRO TEMPO Intervista a Franco Lotito coordinatore del Comitato per l’Unità Socialista del Direttore Responsabile del Periodico –Agenzia Stampa “Democrazia Socialista” del 18 marzo 2021.

18 marzo 2021

IL SOCIALISMO È LA GRANDE NOVITÀ POLITICA DEL NOSTRO TEMPO Intervista a Franco Lotito coordinatore del Comitato per l’Unità Socialista del Direttore Responsabile del Periodico –Agenzia Stampa “Democrazia Socialista” del 18 marzo 2021.

D Franco Lotito, Lei dunque è il coordinatore del CUS. In queste veste Le chiedo innanzitutto: i socialisti hanno indubbiamente una storia antica, ma anche fatta di divisioni e lacerazioni profonde. Voi volete rimetterli insieme È così?

R Si. Noi abbiamo dato vita al Comitato per l’Unità Socialista perché siamo convinti che la vita politica del Paese abbia bisogno di una svolta profonda. È vero, la storia del socialismo è antica e gloriosa e noi ne rivendichiamo per intero il patrimonio. Ma deve essere chiaro che quando noi prospettiamo la necessità di dare vita ad un nuovo soggetto politico socialista non abbiamo in mente un’operazione che guarda al passato. Lo dico con il massimo rispetto per i vecchi socialisti (del resto lo sono anch’io); per la passione ideale che li muoveva; per le battaglie che hanno sostenuto in nome del socialismo; per le sofferenze provocate dalle numerose divisioni che hanno vissuto; per il dolore al quale sono stati costretti dalla scomparsa del PSI sotto i colpi tremendi di tangentopoli. Ma noi abbiamo il dovere di guardare al futuro, proponendo il socialismo come liberazione dalla paura e come nuova speranza. Non esiste avvenire al di fuori di una nuova prospettiva socialista.

D La vostra meta, se capisco bene, è dunque una società più giusta e che combatta le sperequazioni sociali e le diseguaglianze. Ma quali sono gli obiettivi politici che vi proponete per arrivarci?

R Noi poniamo il problema del risanamento radicale delle strutture economiche e sociali mettendo al centro due grandi questioni tra loro strettamente collegate: il Lavoro e l’urgenza di un progetto per la transizione ecologica guidata dalla necessità di fare pace al più presto con la Natura.

D Centralità del Lavoro: cosa vuol dire?

R Vuol dire una politica economica che rovesci il modello di crescita neo-liberista basato sulla precarietà sociale e torni a far crescere i posti di lavoro stabili. Questo vuol dire meno economia finanziaria e più economia reale. Il precariato ha ormai assunto i caratteri di uno sfruttamento vergognoso dei più deboli. Ne sanno qualcosa soprattutto le giovani generazioni delle regioni meridionali dove dilaga l’abbandono scolastico, il precariato più umiliante ed il lavoro nero. Vuol dire un politica retributiva che innalzi decisamente il valore dei salari e degli stipendi. Vuol dire una politica fiscale basata su una forte progressività che sposti il prelievo verso le grandi ricchezze alleggerendo contestualmente il carico fiscale per lavoratori e pensionati.

D Lei ha detto: “Fare pace con la Natura”. Cosa vuol dire?

R Vuol dire grandi investimenti nell’Innovazione tecnologica, vuol dire “più digitale”; vuol dire risparmio energetico. Vuol dire tante altre cose di straordinaria importanza: Ma vuol dire anche un nuovo modo di organizzare i nostri stili di vita. Il nostro problema più grande non è in sé, la propensione al consumo. Quello che non va è la nostra “complicità” con un modello di mercato basato sullo spreco. È da questa complicità che nascono gran parte dei problemi che finiscono con l’affliggere la nostra vita quotidiana. Tanto per fare un esempio, i cassonetti della spazzatura traboccano, prima ancora che di rifiuti, di spreco. La cosiddetta “decrescita felice” è in sé un’idea pauperista che non ci appartiene. Ma adottare stili di vita orientati alla sobrietà dei consumi eliminando la componente dello spreco, questa sì la riteniamo giusta.

D Un giudizio sul governo di Mario Draghi

R Un governo nel quale hanno ruolo e presenza determinante formazioni razziste e di destra non potrà mai essere punto di riferimento politico per i socialisti. Questo Esecutivo faccia le due cose per le quali è nato: i piani per il Recovery Plan e l’organizzazione di una efficiente e generalizzata campagna di vaccinazione contro il virus. Poi il suo tempo sarà scaduto. I socialisti debbo utilizzare questa fase per completare il processo unitario delle loro forze e per chiamare tutta la sinistra a ritrovarsi per offrire al Paese più giustizia sociale e lavoro buono per le giovani generazioni.

D A proposito di movimenti a sinistra, che ne pensate della nuova segreteria del PD?

R All’assemblea Nazionale di domenica scorsa Enrico Letta ha pronunciato un discorso di indubbio spessore prospettando per il suo partito un terreno di lotta politica basato sui contenuti e sulle idee e non sulla gestione del potere. Bene. Il problema di fondo però resta quello di un partito abbrutito dalle pratiche correntizie e dal gioco di potere, incapace di guardare fuori dalla finestra del Palazzo. Nei prossimi mesi tra Letta ed il suo partito sarà una “sfida all’OK Corrall”. O lui cambia il partito, o il partito cambierà lui, come ha appena fatto con Nicola Zingaretti. Staremo a vedere. In ogni caso sarebbe un serio errore politico non riconoscere che su quel fronte una novità politica c’è. Per questo è nostra intenzione assumere una iniziativa politica che si muova nella direzione di un chiarimento a sinistra.

D Pensate anche voi che occorra costruire, secondo una formula ormai rituale, un “campo di centro-sinistra largo, plurale ed inclusivo per battere la destra”?

R Sinceramente non ho mai capito cosa voglia dire esattamente questa formula dal punto di vista dei contenuti, dei programmi e dell’assetto delle forze a cui si rivolge. Da Tabacci a “Potere al Popolo”? Se è così, lasciamo perdere. Il problema centrale è la Sinistra. Per tornare a vincere, alla Sinistra occorrono chiarezza, visione, coraggio, radicalità. In questo contesto il PD di Enrico Letta non può sottrarsi al dovere dell’assunzione di una grande responsabilità politica, e ciò per la semplice ragione che quel partito resta, nell’attuale contesto, il principale contenitore di forze organizzate a sinistra.

D Quindi volete proporre al PD una scelta, per così dire “rifondativa”?

R No! Al PD non va chiesto di sciogliersi in un indefinito progetto di rifondazione della sinistra. Molto più impegnativamente va chiesto di “compromettersi” con l’opzione strategica del socialismo, poiché non può esistere una Sinistra larga ed inclusiva al di fuori di una limpida scelta socialista.

 

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