COMUNE DI MILANO: PSICOTERAPIA DI GRUPPO, Non si è mai visto niente di simile di Luca Beltrami Gadola da Arcipelago Milano del 5 marzo 2024

11 marzo 2024

COMUNE DI MILANO: PSICOTERAPIA DI GRUPPO, Non si è mai visto niente di simile di Luca Beltrami Gadola da Arcipelago Milano del 5 marzo 2024

A proposito dell’inchiesta della magistratura che ha travolto il Comune, concludevo la mia ultima LETTERA così: ” Abbiamo già visto di tutto o ci manca qualcosa?”. Ci mancava qualcosa: la decisione del sindaco di offrire ai dipendenti della Direzione Rigenerazione Urbana (ex Urbanistica) un’assistenza psicologica per affrontare la tempesta scatenata dalla Procura milanese che vuol vederci chiaro su alcune SCIA  (segnalazione certificata di inizio lavori asseverata) utilizzate dagli operatori immobiliari per costruire sulle loro aree ed immobili milanesi e anche sulla mancanza dei piani attuativi, quelli che dovrebbero prendere in considerazione il cosiddetto nuovo carico abitativo (scuole, trasporti, sottoservizi ….).

Come se non bastasse, pare si sia mossa anche la Corte dei Conti intravedendo un problema di danno erariale, ossia le lesioni all’interesse pubblico per i mancati introiti del Comune per non aver preteso il giusto relativamente agli oneri di urbanizzazione. Chi fosse ritenuto colpevole di danno erariale è personalmente condannato a risarcire il danno e non sono bazzecole in questo caso: si tratta di milioni di euro.

Questo aspetto giustifica in parte il disagio psicologico di cui soffrono i dipendenti comunali ma, immagino, che altrettanto pesi su ciascuno di loro il vedersi coinvolti in una vicenda giudiziaria la cui complessità farà sì che ci vorranno anni per arrivare a conclusione, vista la ben nota celerità della Giustizia italiana: un’attesa logorante, che comporterà ulteriori lentezze dell’amministrazione.

Il Sindaco ha inoltre garantito che in questa vicenda il Comune non si costituirà parte civile e offrirà ai suoi dipendenti l’assistenza della Avvocatura comunale.

Ma questa vicenda ha origine molto lontana: la legge Bassanini sull’ordinamento degli enti locali, legge che ha travolto i Comuni, il ruolo delle loro assemblee elettive e le responsabilità amministrative dei funzionari.

Le “vittime” principali, per così dire (oltre la democrazia), ne sono stati gli assessori il cui ruolo viene ridotto a semplici collaboratori del Sindaco, assegnando per l’attuazione delle leggi in vigore ai dirigenti di ogni direzione tutti i compiti, compresi gli atti e i provvedimenti amministrativi che impegnano l’amministrazione verso l’esterno. Agli assessori competono solo funzioni di indirizzo e di controllo politico amministrativo degli organi di governo.

Tra le “vittime” ci sono anche i funzionari della pubblica amministrazione, costretti a firmare tutti i provvedimenti amministrativi che danno corpo alle “volontà” politiche della Giunta e del Sindaco.

Nella pubblica amministrazione serpeggia da allora un fenomeno: il timore delle firmeossia che succeda proprio quel che è successo a Milano: firmare un atto vuol dire assumersene la paternità e la responsabilità, cosa rischiosa in una legislazione disorganica e spesso contraddittoria e comunque confusa, inevitabilmente con la necessità di operare delle “scelte”.

Come si sia arrivati a questo tipo di legislazione ben lo sa chi di volta in volta ci governa e lo fa dimenticando per primo una legge dello Stato: una norma in vigore da 25 anni che vincola il Parlamento a redigere le leggi in modo più leggibile e a riordinarle in ciascun settore con almeno un testo unico ogni sette anni (Articolo 13-bis della legge 23 agosto 1988 n. 400).

Con il decreto Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, la competenza in materia urbanistica viene assegnata principalmente alle Regioni, togliendo in gran parte alle amministrazioni locali uno strumento essenziale per il governo del proprio territorio.

Questo provvedimento fa parte della politica di occupazione ideologica che contraddistingue il rapporto tra Regioni governate dalla destra e quelle governate dalla sinistra.

Su tutta questa vicenda su queste pagine si è espresso Ugo Targetti il   20 febbraio 2024 “La Procura ritiene che l’intervento e le procedure di approvazione del titolo abilitativo (SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività) abbiano diversi profili di illegittimità e che l’intervento sarebbe dovuto essere subordinato a un Piano Particolareggiato, (strumento urbanistico di maggior dettaglio rispetto al PGT) che avrebbe comportato maggiori obblighi economici del costruttore nei confronti del Comune.

Impossibile dare un giudizio sulla vicenda, senza conoscere il progetto e gli atti di accusa. Il giudizio sarà comunque difficile e contrastato anche in sede processuale, per la vastità, complessità, e talvolta contraddittorietà delle norme e delle leggi che regolano l’urbanistica e l’edilizia. Sono propenso a ritenere che i tecnici del Comune e i professionisti incaricati abbiano agito in buona fede, certi di rispettare le norme e le leggi. Tuttavia l’interpretazione del vasto e complesso quadro normativo può dare esiti non univoci. Capisco pertanto la reazione dei funzionari del Comune che hanno chiesto al Sindaco di essere trasferiti ad altro incarico e capisco la preoccupazione degli operatori dell’edilizia.

Senza dunque dare alcun giudizio di merito il caso tuttavia sollecita alcune riflessioni. Una sul sistema legislativo, una su alcune scelte del PGT di Milano e infine sulla questione “strutturale” della rendita urbana.”

Non solo ma sul problema degli oneri di urbanizzazione il 5 febbraio del 1919 il compianto Roberto Camagni in un intervento su ArcipelagoMilano,dal titolo IL MISTERO DEL “CONTRIBUTO STRAORDINARIO, osservava che  il Comune rinunciava ad incassare notevolissimi  oneri di urbanizzazione: ” Fortunatamente, ma in modo inaspettato, una importante riforma degli oneri di urbanizzazione è stata introdotta nel nostro ordinamento con l’art. 17 del DL 12.9.2014 n. 133, cosiddetto “Sblocca Italia”, e integrata nel Testo Unico delle disposizioni in materia edilizia (DPR 6.6.2001 n. 380, art. 16(L) comma 4.d-ter): esso introduce, al di là degli oneri tradizionali per le urbanizzazioni, un “contributo straordinario” sul maggior valore generato da interventi su aree o immobili in variante urbanistica, in deroga o con cambio di destinazione d’uso (…) in misura non inferiore al 50%”.

Chi ha la responsabilità della mancata osservanza di questo Decreto Legge? Non certo i funzionari ma chi aveva il compito di “indirizzo” ossia sindaco e assessori, come dice la legge Bassanini.

Di là da questa vicenda, in particolare al sostegno psicologico offerto ai suoi dipendenti dal Sindaco, fatto unico quantomeno nella storia del Comune di Milano, lo spettacolo che offre Milano è deprimente.

Le corse dei mezzi pubblici sono state notevolmente diradate, basta guardare le file di passeggeri che si vedono alle fermate dei mezzi di superficie. Non si era detto che il miglioramento dei mezzi pubblici sarebbe stato il vero antidoto all’inquinamento dell’aria?

Le 500 nuove licenze per i taxi, promesse da tempo, restano un miraggio.

La popolazione invecchia e i nuclei monofamiliare (700 mila) di cui quasi la metà è fatta di single tra cui spiccano gli anziani: la popolazione degli over 80 è attorno al 9%.

Le strade sono sporche e le lettere ai giornali sono solo lamentele su come funziona la città.

I 500 vigili promessi dal Sindaco prima delle elezioni non si vedono per strada e quelli che ci sono sono in agitazione e dichiarano forse giustamente di aver paura a circolare di notte.

Gli esperti denunciano che i morti per smog nelle periferie sono più del 50%  rispetto al centro (Avvenire 22 marzo).

Le bande di ragazzini immigrati di seconda generazione e minorenni sbarcati e abbandonati aggrediscono le volanti della polizia (Libero 2 marzo).

La Lega a Milano si scontra contro gli aumenti degli oneri di urbanizzazione mentre in Parlamento è favorevole (la Repubblica 3 marzo).

Il Sindaco Sala contro lo smog chiama a raccolta la maggioranza silenziosa, quella che lui non ha mai ascoltato (la Repubblica 2 marzo).

La città sembra colpita da stress psicologico senza limiti di età; se ne lamentano persino gli studenti del Liceo Leonardo che 6 su 10 dicono di essere stressati dal confronto scolastico (la Repubblica 2 marzo). Quelli Del Parini sono in agitazione.

“Continuano a crescere i poveri a Milano, un’ascesa inarrestabile dall’esplosione delle richieste d’aiuto durante la pandemia in poi. Dal 2021 a oggi le famiglie in stato di indigenza sono cresciute del 21%, dell’80% se prendiamo in considerazione il 2020”. Questo ci dice MILANOTUDAY il 13 ottobre scorso.

Possiamo dimenticare la questione “Meazza”? Ormai una telenovela noiosissima da sembrare fatta apposta per stancare l’opinione pubblica che alla fine dirà: “Ma fate quel che c… volete, fate finire lo spettacolo umiliante di questa amministrazione!”. La noia, dunque, un tipico strumento di governo che fa il paio con l’emergenza (provocata) per scavalcare i vincoli di una gestione democratica del territorio. Lo vedremo per i lavori delle prossime Olimpiadi.

Eccoci qua a vedere Milano passare da Smart City a Dull City (Città smorta) e a diventare tutti leopardiani: Diman tristezza e noia/Recheran l’ore, ed al travaglio usato/Ciascuno in suo pensier farà ritorno.


 

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