IL NOSTRO IMPEGNO CONTRO L’ITALICUM di Roberto Bisardini

17 ottobre 2016

 IL NOSTRO IMPEGNO CONTRO L’ITALICUM di Roberto Bisardini

Spetta a noi, ai socialisti, ad Area socialista dentro e fuori dal Psi, dare il massimo delle nostre energie, per fare con tutti coloro che ci stanno. la battaglia contro l’Italicum.
Un obiettivo da mettere al primo posto, non per ragioni di bottega, ma perché in gioco c’è una grande ed enorme questione democratica. Per questo non basta accontentarsi, e dobbiamo contrastare la logica, di chi sostiene anche nel Psi, che bisogna ottenere da Renzi, lavorando nelle retrovie, l’introduzione del premio di maggioranza alla coalizione anziché alle liste. Una cosa che appare più un pretesto per dimostrare a se stessi di essere vivi piuttosto che una vera battaglia politica. No, occorre fare molto di più.
In tanto per incominciare non si capisce per quale ragione Renzi, che ha dichiarato più volte e apertamente che l’Italicum ha lo scopo preciso di far vincere il Pd da solo liberandosi del fastidio dei piccoli partiti, dovrebbe consentire con questa modifica proprio ai cespugli del 3% questo favore.
Ma in secondo luogo anche un piccolo partito come qualunque forza politica con la schiena dritta, che vuol fare una politica chiara, deve avere il coraggio di porsi un obiettivo più grande. La democrazia appunto. Vedo in breve tre ragioni.
La prima, chi in questi gironi guarda alla Spagna, paventando il pericolo del ritorno all’Italia della prima repubblica o alle urne (di per sé ipotesi non drammatica e assolutamente possibile in molti paesi che lo prevedono come dato fisiologico) inneggiano all’Italicum come quel sistema che il girono stesso, forse anche il giorno prima, può consegnare anche ad una forza minoritaria, che non ottiene la maggioranza dei consensi, la maggioranza dei seggi necessari per governare il paese.
Secondo, sulla stessa linea d’onda, si è schierata quella ormai fortissima “borghesia aristocratica e parassitaria”, ben presente anche nella stampa italiana, che sta scendendo in campo contro un’eventuale bocciatura della Corte e contro qualsiasi ipotesi di modifica dell’Italicum. Chiede a gran voce di “non togliercelo prima di averlo sperimentato. Poco importa, e sono costretti ad ammetterlo, che il pericolo di consegnare l’Italia come l’Europa alla destra e al populismo ci sia tutto. Ma al “Per carità non riapriamo il capitolo della riforma elettorale” siamo noi cittadini che dobbiamo reagire. Bisogna contrapporre il diritto alla democrazia, contro il cieco principio della governabilità, ottenuta con ogni mezzo ed esercitata in qualunque condizione. Anche il fascismo, il comunismo nel paesi dell’Est e il totalitarismo governa. Ma questo, nostri falsi democratici borghesi, lo sanno benissimo e lo mettono in conto. Ma c’è una terza ragione che ci deve spingere ad avere coraggio contro una legge peggiore del Porcellum già dichiarato incostituzionale: è il tema delle coalizioni. Porcellum o Italicum, con premi di coalizione elettorale o di lista, obbligano a fare alleanze prima del voto è vero, ma sono alleanze fragili. La storia insegna. Le coalizioni elettorali (meglio chiamarli accordi elettorali fatti solo per strappare anche di un solo voto il premio di maggioranza) favorisce ciò che è perfettamente accaduto: una volta eletti, ogni partito tende a tornare a casa propria, forma gruppi autonomi, i piccoli si rifugiano nel “misto” e di quella alleanza elettorale non rimane spesso pressoché nulla. Il trasformismo politico e la trasmigrazione parlamentare diventa di casa. Ma anche le contrapposizioni interne non spariscono come neve al sole.
E perché mai un tale spettacolo e un tale modello dovrebbe essere meglio di una coalizione di governo, di una maggioranza, che si forma dopo il voto, tra soggetti diversi, alla ricerca di una onorevole mediazione sui programmi e sulle cose da fare? Sì, esattamente come avveniva da noi nella prima repubblica, e come è avvenuto in Germania e in altri paesi, dando vita a governi stabilissimi. E come ce lo auguriamo potrà avvenire anche in Spagna senza drammi.
Come mai tanti sedicenti politologi e opinionisti politici non vedono e non vogliono guardare in faccia alla realtà? Forse perché l’anelito alla governabilità li fa stare con il governo in carica sempre e comunque.

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